JOHN FOXX & ROBIN GUTHRIE Mirrorball
(Hydrogen Dukebox) Audiophile pressing LP w/art print ***Ltd. 1000 copies*** 23,99, CD 18,99
Dopo la recente collaborazione con Steve Jansen (ex-Japan) per l’album A Secret Life, John Foxx pubblica ora un disco con Robin Guthrie, un’idea nata in occasione del concerto che i due tennero all’Harold Budd nel 2005.
Echi, riverberi e l’inconfondibile virtuosa chitarra di Guthrie che ci fa venire una grande nostalgia del magico passato con i Cocteau Twins… Particolarmente evocativa dei vecchi fasti è Estrella ma i due capolavori sono My life as an echo e Sunshower, da soli valgono l’intero disco.
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DEVENDRA BANHART Smokey rolls down to … FINALMENTE SU VINILE!
Dopo mille aggiustamenti, revisioni, ripensamenti, Devendra Banhart si è detto soddisfatto della registrazione analogica del suo ultimo disco ed è finalmente disponibile la versione su vinile
(XL Recordings, 2009)
USA High quality vinyl 2xLP w/giant poster & free mp3-code
Premetto che questa recensione potrebbe interessare anche gli “audiophili” solitamente lontani dai territori della musica alternativa, sia per il tipo di musica che per l’ottima registrazione del vinile.
Al Beggars Group, il quartier generale di alcune tra le più importanti etichette inglesi, sanno avere pazienza, tanta pazienza come quella che hanno i fans del capellone di Houston sparsi in ogni angolo del pianeta. E’ passato quasi un anno e mezzo tra la pubblicazione del CD e quella del 33 giri e stavolta è andata anche meglio: il precedente (Cripple crow) fu posticipato ulteriormente di due mesi per la famosa copertina apribile in cui aveva scelto i volti di alcuni fans. Per lui e per tutti coloro che non si accontentano di una musica trasformata in codici, l’uscita di Smokey rolls … avviene perciò solo ora!
E’ un classico disco di Devendra Banhart, il ché significa un magico dedalo di suoni, di ambienti e di tempi passati e trapassati, con brani che spaziano dal folk alla samba, al new weird America, che è un genere nato dalle esperienze psych-folk 60s & 70s. Impegnativo se vuol essere capito, spensierato e leggero se lo si vuole ascoltare così, en passant.
Una spensieratezza che gli costa un bel po’ di critiche negative, è visto come un estemporaneo hippie, è odiato perché la sua non convenzionalità da qualcuno è ritenuta strumentale, forzata. Ma è anche amato, tenuto in serissima considerazione da gente come Martin Mills (Beggars), un personaggio importante quanto John Peel e Tony Wilson per la musica non commerciale degli ultimi 40 anni.
A brani sobri o friabili come Cristobal e Bad girl si alterna l’imponenza di Seahorse. E poi ci sono i consueti episodi malinconici, a volte brazileri (Rose), a volte reggaeggianti (The other woman). In alcuni punti vi delizierà, in altri potrebbe dare insofferenza. Saved, un gospel, per me ad esempio è insostenibile, Freely invece non può non piacere, a tutti.
Sempre e comunque sofisticato, se avrete la pazienza di ascoltarlo, con calma, lo consiglio.