Album dell’anno 2021
> standard LP [black or yellow vinyl] €18.99
> Ltd. edition w/embossed sleeve €22,99
Lucida ispirazione indie-rock made in USA che sa raccogliere il meglio dai decenni passati, senza incappare in forzature da “rifatto”. Il debutto fu invece un inutile disco-clone dei Jesus & Mary Chain in cui spiccava un solo brano degno di nota, quella Actual alien il cui seme è germogliato ben sette anni dopo in questo album.
Ci soffermiamo solo alcuni dei tanti (15) pezzi:
la scivolosa Silence,
l’impeccabile 1972,
l’incalzante, splendida Drug dealer’s house,
la oldish No peace,
l’elegantona Horoscopes, cantata alla It’s Immaterial (per chi se li ricorda).
Un disco di un lo-fi scalcinato, vivace e sincero che, ringraziando i Pavement e tenendo sempre nel portafogli il santino dei Velvet Undergound, offre una mirabile varietà di suoni e di idee dando vita a un concept album di squilibrio geometrico ragionato.
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N° 2. CAMILLE CAMILLE Could you lend me your eyes
Label On The Level BEL LP-only release
Very ltd. edition – Exclusive import Martin Records for Italy
Una chicca, una rivelazione della scena indipendente belga. Dopo varie peripezie, questo album è stato finalmente terminato e stampato, anche se in appena 300 copie. Camille Willemart stava registrando le tracce in uno studio in Svezia, poi la pandemia ha nuovamente scombinato i suoi piani e ha dovuto finire il lavoro da sola, a casa.
Col senno di poi, dico meglio così perché – credo io – sarà stata la parte home-made ad imprimere alla musica quella foggia di “domestico” che trasmette un carattere così schietto, realistico e che mi fa sentire più vicino a ciò che l’artista vuol comunicare.
Ascolti
In Could you lend me your eyes la voce roca rievoca la migliore Emiliana Torrini mentre in Let me in ritroviano qualcosa dell’eterea Enya. Soprattutto, chi ci segue da tempo riconoscerà una stretta parentela con la prospettiva musicale di Lotte Kestner.
E chi entrerà in sintonia con questo mondo onirico scoprirà come White sky waltz e la giù citata title-track sono tra le più belle canzoni scritte quest’anno. Le acrobazie vocali di Short rain again non sono una esibizione muscolare, piuttosto un … doveroso uso del proprio strumento espressivo per allietarci.
Dischi del genere sono come quegli abiti tessuti da fili sottilissimi che, pur se leggeri, non sono così facili da indossare e da sentire sulla pelle. Dunque, ascolto da fare in cuffia e con dedizione.
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N° 3. DARK TEA Dark Tea
Label Fire Talk USA LP [black or red vinyl], CD
Dove si nascondeva la fiamma che ha improvvisamente illuminato la mente di Gary Canino, al secolo Dark Tea, permettendogli di lasciare i panni dell’ordinario suonatore di folk e mettersi a scrivere tutta un’altra storia? Oddio, proprio tutta no, perché da simpatizzante del country anche in questo nuovo album non ha potuto fare a meno di inserirne almeno due pezzi (Tears down the road e Timing), ma andiamo al sodo.
L’inaspettato, la svolta, arriva con la seconda traccia, Highway mile: il cantato cambia nello stile e cambia continente, approdando a Bristol, civico Sarah Records. E a dare un ulteriore tocco di magia britannica salta fuori un giro chitarristico alla Felt.
Seguono Deanna, brano dal perfetto equilibrio pop, e US blues (Pt. 1 & 2), una gemma di urban space psychedelia.
Scorre via la facile The end e si arriva, signori, al pezzo da novanta, Down for the law, che va seguito bene nel suo evolversi: dopo oltre due minuti di ordinaria classicità scivola d’improvviso su un binario parallelo, speciale, e da lì è un crescendo in cui chitarra, batteria e tastiere si intersecano tra loro con tensione via via maggiore, regalandoci un panorama di forte emozione.
Delle cinque tracce che rimangono, segnaliamo Losing III e Finally on time, che ci riporta il cuore ai mai dimenticati Sparklehorse.
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N° 4. ARAB STRAP As days get dark
Label Rock Action
UK Ltd. ed. LP w/flexy 7”, LP [black or clear], CD w/flexy 7”, CD
Lasciamo che siano i seguaci della band ad avventurarsi in interpretazioni e letture filosofiche che un disco di questo peso specifico indubbiamente stimola, a partire dai testi notoriamente complessi, e qui ci limitiamo solo ad informare che dopo ben sedici anni la coppia Moffat-Middleton è tornata ed è cambiata assai, come il super-singolo The turning of our bones aveva premonito un anno fa.
As days get dark è il lavoro più accessibile del repertorio, il che non significa meno concettuale. Oggi quella astrusa elaborazione mentale, propedeutica alla stesura della musica, non trova più forma in un blocco mono-tonale che avanza con un ritmo ossessivamente lento ma si arricchisce di strumenti e arrangiamenti che sembrava non potessero nemmeno essere considerati nel mondo Arab Strap.
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ALBUM / Fuori classifica
STEINER UND MADLAINA Wünsch mir Glück
Label Glitterhouse
Ltd. ed. LP w/giant signed poster, standard LP, digi-pack CD
Una menzione a parte per il nuovo disco del duo viennese che non è finito tra i best ma nel suo genere (commerciale) è un ottimo lavoro e tra l’altro è stato uno dei nostri titoli più venduti del 2021.
Oltre a quei 4-5 brani di un brillante pop-rock immediato con qualche sfumatura blues, do merito alle 2 giovani musiciste per l’accusa lanciata al proprio Paese, la Svizzera.
Da Heile Welt (Mondo perfetto)
‘‘ Per spazzare i loro problemi oltre i confini
In modo che il nostro mondo ideale duri un po’ di più
Ma nessuno è arrabbiato con noi, la Svizzera neutrale è un paradiso
Stiamo andando bene con il resto del mondo, perché abbiamo i loro soldi ’’
Possono sembrare parole banali ma esprimono la realtà. La tensione sociale preme su tutti i Paesi del mondo tranne che sul loro, là si continua a vivere come nulla fosse. Notare come nel video le immagini delle casette in legno e altre icone dell’immaginario elvetico sono tratte dai filmini del passato.
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Singoli dell’anno 2021
1. CHARLOTTE ADIGÉRY & BOLIS PUPUL “HAHA”
Label Deewee BEL 7”
Sorrisi, sospiri, urla, colpi di tosse e qualsiasi altro suono umano ed animale è stato ormai impiegato per scandire il ritmo di una canzone ma una risata modellata così bene non l’avevamo mai sentita. Maestria nell’uso del synth e campionatori per un electronic pop di livello alto.
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2. LA CHICA La loba
Label Zamora FRA mLP
Eclettico e intraprendente mini-album per il trio franco-venezuelano.
L’incisione del disco è ottima e dà risalto ad ogni sfumatura di una voce dolorosa e penetrante e ad ogni tocco di un pianoforte minimale che è unico strumento ad accompagnare. C’è in realtà un terzo elemento, l’eco che i suoni lasciano nelle brevi sospensioni dei brani e che contribuisce a creare una spazialità mistica.
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3. DANAY SUÁREZ Viaje en dub
Label Jazzman S.P. UK 7″
Un disco selezionato dopo ascolti di pile di 45 giri “tutti uguali”.
Eh già… Ma andare a cercare nel reggae o nei suoi sottogeneri (dub, roots ecc.) è un errore concettuale, dunque per quanto sia vero che da lì non ci si sposta, questa musica è e sarà sempre fedele ai suoi canoni: basso in primo piano con chitarra e batterie che toccano e sembra vogliano scapparsene subito, l’opposto di ciò che sono abituate ad ascoltare le orecchie rock.
L’arricchimento che qui ci ha convinto è la romantica melodia cantata da Danay Suárez, cubana che segna il debutto della label inglese Jazzman Special Products, una scia che con naturalezza avvolge l’eco del dub.
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