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Album & singles of the year 2011

Album Of The Year 2011

 

Meccanica e natura

1. JOLAURLO Meccanica e natura

label Irma Records Group
Digipack CD w/insert special price € 9,99

Ci siamo anche noi nella lunga lista di produttori-amici della band che hanno contribuito all’uscita di questo album ma non è per tale ragione che compare al primo posto tra le preferenze dell’anno appena terminato.
Il ragionamento, anzi, va nel senso opposto: dopo aver ascoltato le tracce in fase di pre-produzione  era evidente che stava prendendo forma un grande disco italiano di moderna musica synth- & techno-pop, dance, con incursioni nell’odierno electro-punk: finalmente! Nr. 1 tra gli album ascoltati  quest’anno, dunque, semplicemente per la bellezza dei suoi brani.

Gli Jolaurlo sono oggi una delle formazioni più conosciute nel panorama nazionale indipendente ma va sottolineato che il buon seguito che hanno, soprattutto nella natìa Puglia e a Bologna – dove  risiedono – se lo sono conquistati negli anni, con le proprie forze, macinando centinaia di chilometri per i concerti, col passaparola di chi li scopriva e poi con l’interessamento di qualche addetto ai lavori che li ha fatti suonare in manifestazioni importanti.
Senza il supporto mediatico pianificato di una grande etichetta, però, rimane realmente arduo raggiungere una popolarità maggiore di quanto siano riusciti a fare sin qui gli Jolaurlo.
La label bolognese Irma ha preso a cuore il nuovo disco sostenendone la registrazione agli Exchange Studios di Londra e ora parte il tour con l’importante Virus Promotion. Una incisiva diffusione radiofonica, in particolare del singolo Polistirolo (>> video), sembrerebbe tuttavia più che auspicabile, rappresenterebbe sicuramente la chiave di volta per una affermazione ampia. Una hit-dance così, italiana, non la si ascoltava da un secolo, un brano che brilla quanto brillava un tempo Elettrochoc dei primi Matia Bazar, e i grandi numeri si fanno ancora coi passaggi radiofonici.
Polistirolo - frame

Meccanica e natura è il terzo album di un cammino iniziato dodici anni fa, un disco di facile presa, immediato, geneticamente predisposto alla radiodiffusione anche per altri brani che lo compongono.
Spiccano la techno-dance di Valentina, l’eclettica Androide, Chiaroscuro, che si avviluppa in echi wave ’80s, ed infine Annarella (>> video), più che cover, una reinterpretazione del brano dei CCCP in una veste nuova, attualizzata da un egregio lavoro alle tastiere di Maurice Noah, che si unì alla band tre anni or sono.
Indubbiamente c’è meno rock e più elettronica che nei precedenti due dischi, soprattutto per l’assenza di batterie vere. E’ un disco pieno di quell’energia, così ben espressa nei live, che finora non si era riusciti a catturare del tutto in sala d’incisione ed è una conferma dei progressi compiuti dai musicisti, sia singolarmente che nell’intesa reciproca.

Un augurio speciale agli Jolaurlo, dunque, per un nuovo anno veramente fortunato!

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P J HARVEY Let England shake

2. P J HARVEY Let England shake

label Island, 180 g LP € 16,99 [also available on CD]

La scontrosa ed aspra rock-girl che urlava al mondo i suoi disagi è un ricordo. “Polly” P J Harvey aveva già optato per un  drastico cambio di rotta con l’album precedente, A woman a man walked by (2009), un disco che sorpese per la sua pacata eleganza. Col nuovo Let England shake si ripete ad alti livelli, anzi altissimi questa volta.

Da dove può saltar fuori tanta bravura prima celata? Messi da parte tormenti e conflitti più o meno autocostruitisi nella propria testa, la cantante si è messa nelle condizioni di collaborare nel modo più profiquo possibile con i suoi maestri che da tempo l’accompagnano: Mick Harvey e John Parish.
Capace di immaginare e poi di attuare un nuovo percorso musicale, costruendo una dimensione ambientale peculiare, unica, adattissima alla duttilità di una voce all’occorrenza delicata e sublime altresì intensa senza essere drammatica, la squadra ha messo in piedi un lavoro di grande impatto ed originalità, risultato quest’ultimo assai difficile da conseguire.

Nei testi troviamo dei riferimenti storici impegnati. Viene ad esempio indagata la bruttezza della guerra, causa di danni troppo gravosi perché la gente d’Albione possa soprassedere alla propria storia. E così, nella sua nuova prosa, P J Harvey rivela un sentimento di comunione con i suoi connazionali che prima non s’era mai manifestato.
L’imprevedibile incedere delle musiche, che intercalano trombe di bande popolari, litanie e filastrocche ad un folk-pop britannico prima maniera, toglie peso alla scrittura donandole solo una patina di epicità, ridimensionandone la tragicità.

A completare il tutto, la qualità delle registrazioni, effettuate in una chiesa dell’Ottocento, evidentemente eccellente dal punto di vista della resa sonora.
Se non vi è mai piaciuto un disco della cantante inglese è probabile che questo vi ammalierà.

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HOWARD HUGHES & DAVID TATTERSALL

3. H. HUGHES & D. TATTERSALL The lobster boat

label Wiaiwya, LP only-release € 16,99 with free download

Avevamo un debito verso David Tattersall, sconosciuto frontman dei più noti Wave Pictures, dei quali non abbiamo mai trovato un solo pezzo interessante. Lo scorso anno uscì Happy for a while, un 33 giri ascoltato con amore e fino all’ultimo in lizza tra i possibili “album dell’anno”.
Ora, la stessa family-label dal nome improunciabile propone un altro LP di musica “indie” nel miglior senso possibile del termine, cioè genuina, spontanea ed estrosa.
Doveroso farlo scoprire a chi è solito ascoltare pubblicazioni provenienti da queste piccole etichette.
L’inizio stupisce per le chitarre à la Dire Straits di Cold sweet, brano in cui la voce di Tattersall ricorda Gordon Gano (Violent Femmes).
The lobster boat
è indubbiamente il pezzo trascinate, immediato e un …orecchio di riguardo va assolutamente riservato a Would you care to dance, che ha l’eleganza dei Roxy Music di Brian Ferry.

In There in Bristol … bellissime sono le note crude delle chitarre, che si alternano e si fondono tra slides di acustiche, poeticamente country & blues, ed elettriche, pulite e a tratti morriconiane.
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Singles Of The Year 2011

GIRLS Lawrence

1. GIRLS Lawrence

label Turnstile, one-sided 10″ heart-shaped vinyl *Ltd. edition* € 10,99

Al primo ascolto il nuovo 45 giri dei californiani Girls (ma di due ragazzi trattasi!) libera nell’aria un non so che di … Felt.
Leggiamo le note: questo singolo è dedicato a Lawrence, leader dei Felt, che fu la formazione più raffinata della new-wave britannica.
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LEE FIELDS Ladies

2. LEE FIELDS & THE EXPRESSIONS Ladies

label Truth & Soul, USA 7″ € 7,99

Lee Fields dagli anni ’70 delizia i cultori del funk-soul con la sua voce seducente ed increspata. Su singolo uno dei suoi brani più riusciti.
Contenuto nell’LP My world (2009), disco che consigliamo a tutti: amanti o no del genere, qualcosa di Lee Fields in casa bisogna avere.
>> Listen / Ascolta

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3. BLACK BUG Police helicopter A/wShard of glass

label Hozac, USA 7″ € 7,99

Tra tante inutili e ripetitive uscite di un “synth-punk” così avaro di idee e così in voga ora anche in Europa, spunta ogni tanto qualcosa di buono.
Gli svedesi Black Bug sfoderano un tremendo, pauroso brano e già lo si poteva intuire dalla copertina.  Shard of glass, posto come A-side del singolo Police helicopter, sembra sia stato scritto da Claudio Simonetti, l’autore di Profondo Rosso, Suspiria ed altri film di Dario Argento.